PAROLA AI GIOVANI/ 2 “È la parola l’arma più forte contro la mafia”

PAROLA AI GIOVANI/ 2 “È la parola l’arma più forte contro la mafia”

“Parlare è sempre la migliore arma contro la criminalità organizzata”. A dirlo è Emanuela Forte, studentessa 22enne di Priverno (Latina) che frequenta il Dams dell’università di Roma Tre. È dalle sue parole che possiamo capire meglio come i più giovani abitanti dei piccoli borghi percepiscono i fenomeni di illegalità nel loro territorio.

Emanuela Forte

Che cos’è per te la legalità?

È quando le persone si comportano secondo la legge innanzi tutto. Se ognuno facesse totalmente ciò che vuole, dove andremmo a finire? Si vive bene insieme solo se ci sono delle regole e soprattutto se queste vengono rispettate.

Quanto è importante parlare di questo tema?

È importantissimo per me. L’illegalità è all’ordine del giorno e se ne fa esperienza anche uscendo di casa o passeggiando per le strade. È importante notare questi fenomeni, ma poi bisogna anche discuterne in modo attento e consapevole. Altrimenti vengono semplicemente visti ma non realmente vissuti.

Come viene affrontato il tema nella tua università?

Nella mia università si parla molto di legalità, lo facciamo con convegni e incontri. Anche nel mio liceo, l’Isiss Teodosio Rossi di Priverno, venivano organizzate tante attività che ci permettevano di capire meglio la criminalità organizzata. Per questo mi sento fortunata. So che in altre scuole il tema viene a malapena sfiorato.

Nel tuo territorio come percepisci (se lo percepisci) il malaffare?

Purtroppo, episodi di illegalità sono all’ordine del giorno, si vivono continuamente realtà di questo genere. Come ho detto, in strada questa situazione è facilmente percepibile.

Cosa pensi bisognerebbe fare per combattere la criminalità organizzata?

Sconfiggerla è possibile, ma solo se ognuno di noi nel suo piccolo porterà avanti giorno dopo giorno i valori giusti. Bisognerebbe continuare ad istruire noi ragazzi e dovremmo continuare ad impegnarci un po’ di più, informandoci anche autonomamente.