“Questo provvedimento è una svolta autoritaria e fascista che va assolutamente combattuta” tuona Angelo Bonelli, leader di Alleanza verdi-sinistra, in occasione della manifestazione convocata a Roma il 25 settembre 2024 per protestare contro le misure del governo in materia di ordine pubblico. A scaldare gli animi delle opposizioni e del mondo progressista è stato il ddl Sicurezza, un disegno di legge che istituisce nuovi reati e aggravanti che hanno evocato nuovamente il grido all’autoritarismo e alla soppressione del dissenso. Non sono accuse nuove: la maggioranza di governo le riceve da tempo, anche prima della vittoria elettorale del 25 settembre 2022. Ma cosa contiene il provvedimento in questione?
L’occupazione abusiva e il blocco stradale
Tra i principali obiettivi del governo c’è quello di risolvere il problema delle case occupate, un tema finito sotto i riflettori dopo il caso Salis (la deputata europea arrestata a Budapest che ha fatto parlare di sé anche per aver occupato in passato degli edifici). Con l’introduzione dell’articolo 634-bis, verranno puniti con il carcere dai due ai sette anni coloro che occuperanno abusivamente immobili, la pena non riguarderà chi li abbandonerà volontariamente. Il ddl contiene anche un reato che chiama in causa gli attivisti del clima che nel corso degli anni hanno fatto parlare di loro bloccando la circolazione delle strade. L’articolo 14 punisce con il carcere fino a un mese o 300 euro di multa se il reato viene commesso individualmente. Se invece il blocco viene fatto in gruppo la pena sale: si rischiano dai sei mesi ai due anni di carcere.
Nuove strette e aggravanti
Tra le aggravanti introdotte ci sono quelle che riguardano i reati commessi nelle stazioni, nelle metropolitane e sui treni. Delinquere in questi luoghi aumenterà la pena prevista. Aggravante anche per le minacce verso i pubblici ufficiali, che saranno punite con pene più severe se verranno compiute per impedire l’esecuzione di un’opera pubblica. Un’ulteriore tutela per il lavoro delle forze dell’ordine è prevista all’articolo 26 del testo, che colpisce le rivolte e la resistenza passiva in carcere con una pena che va da uno a cinque anni. Non vengono risparmiate neanche le rivolte nei centri di accoglienza per migranti che vengono disincentivate con un inasprimento delle pene che prevedono il carcere da uno a quattro anni per i partecipanti e da un anno e sei mesi a cinque anni per gli organizzatori. Se durante la rivolta vengono invece usate armi, la pena può arrivare fino a cinque anni di carcere per chi ne prende parte e a sette per gli organizzatori.
Truffatori arrestati in flagrante
Col ddl sicurezza, viene anche introdotto l’arresto in flagrante dei truffatori, con l’obiettivo di dare risposte ai cittadini che sempre più vedono come prioritario il tema del contrasto alla microcriminalità, come ad esempio fermare furti e borseggi. “Non mi sono mai sentita completamente al sicuro in metro o in stazione” ha detto la signora Margherita Stella, impiegata di banca che da oltre vent’anni prende il treno da Viterbo per andare a lavorare a Roma. “Cerco sempre di avvicinarmi ai gruppi di persone per non rimanere completamente da sola, specialmente quando d’inverno mi capita più spesso di viaggiare con il buio”. Simili le testimonianze della maggioranza dei pendolari intervistati, una categoria che più di altre vede la sicurezza come un tema prioritario che la politica dovrebbe affrontare., riassumendo quella che è diventata una percezione comune tra molti viaggiatori della Capitale. “La microcriminalità è anche la conseguenza del fatto che sono saltate molte realtà sociali – ha detto Andrea Orlando, esponente di spicco del Pd ed ex ministro della giustizia, anche lui durante la protesta del 25 settembre 2024 – come la scuola ad esempio, che dopo il Covid è diventata un luogo di forte disagio. La repressione deve essere basata sulla ragionevolezza, non si possono mettere pene spropositate per alcuni comportamenti”.
I provvedimenti identitari
Nel testo si leggono anche alcuni provvedimenti che da sempre hanno caratterizzato le idee e le battaglie dei partiti di governo. Tra questi c’è un duro colpo sferrato alla cannabis light, visto che con l’approvazione definitiva del disegno di legge verrà vietata la lavorazione e la distribuzione di tutti i prodotti della canapa. “Una filiera italiana che vede 11.000 lavoratori tra le 1000-1500 aziende che vengono trattati come dei narcos – ha detto Riccardo Magi, segretario di +Europa, rispondendo ai giornalisti durante la manifestazione contro il ddl sicurezza del 25 settembre – questo perché abbiamo a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, che ha deciso che la cannabis light debba essere considerata una droga, cosa che invece non è”. Un altro provvedimento che ha suscitato aspre polemiche è stato anche il divieto di possedere una Sim da parte di migranti che non hanno il permesso di soggiorno, oltre che la facoltatività del rinvio della pena per le madri con figli di età inferiore a un anno. Sempre opzionale è l’introduzione delle bodycam per le forze dell’ordine, ovvero telecamere che vengono installate sulle divise che servono a registrare tutte le operazioni. Per l’attuazione della norma, il governo stanzierà più di 23 milioni di euro entro il 2026.