«Ho avuto tante soddisfazioni in questi 27 anni: tanti bambini non vogliono andare via perché dicono “Questa è casa mia”». A dirlo a #Noi Antimafia è Fiorella Tosoni, presidente dell’associazione Andrea Tudisco, fondata nel 1997 insieme al marito Nicola, dopo la morte del loro figlio Andrea. La realtà ha ristrutturato alcuni beni confiscati alla mafia per ospitare le famiglie con bambini malati che si trasferiscono nella Capitale per curarsi.
È il maggio del 1992 quando ad Andrea viene diagnosticata una leucemia linfoblastica. Durante il percorso di cura all’ospedale Bambino Gesù di Roma, Fiorella e Nicola vengono a conoscenza del fenomeno della migrazione sanitaria: per patologie gravi come quelle curate nella struttura romana è prevista una lungodegenza. Tante famiglie devono trasferirsi nella Capitale per curare i propri figli. La permanenza media è dai tre ai sei mesi, ma in casi gravi si può estendere fino a due anni. «Abbiamo deciso di creare un’associazione in suo nome che potesse aiutare tutti quei genitori nelle nostre condizioni costretti a dover lasciare la propria casa per trasferirsi in una città sconosciuta» racconta Fiorella.
L’associazione Andrea Tudisco in un bene confiscati alla mafia
La realtà collabora da quasi 30 anni con l’ospedale Bambino Gesù di Roma, ospitando circa trenta famiglie in contemporanea in sei strutture: ogni casa ha un suo nome, scelto dai bambini. Due di queste sono beni confiscati alla criminalità organizzata: «Il piccolo Nido era un’ex raffineria della banda della Magliana. Gli hanno dato fuoco prima di abbandonarlo e quindi abbiamo dovuto ristrutturarlo completamente, stavolta con fondi pubblici della regione» ha affermato la presidente.
La seconda struttura invece non ha ancora un nome perché è stata inaugurata lo scorso 29 settembre. In questo caso, però, Fiorella ha deciso di non approfondire sulla storia della proprietà: «So che apparteneva ad un membro di una banda che faceva rapine a mano armata e che poi ha deciso di collaborare con la giustizia. Per questo motivo è stato ucciso dagli altri componenti, proprio davanti al cancello. Però, vista la storia tetra, non ho voluto approfondire. Pensiamo al futuro. Da una cosa così negativa e drammatica scaturirà una bella storia, perché lì ci saranno bambini che inizieranno un percorso di cura».
“Non c’è un riconoscimento da parte delle istituzioni”
Per Fiorella e Nicola non è sempre semplice gestire tutto: «È come una grande famiglia, quindi quando arrivano le bollette ci sono problemi. Venendo da fuori, alcuni genitori lasciano il lavoro anche per tre anni con aspettativa non retribuita». L’associazione Andrea Tudisco ha un notevole impatto sul Servizio Sanitario Nazionale perché l’ospedalizzazione dei piccoli pazienti è limitata ad alcuni casi particolari. Quasi tutti i bambini vengono curati in day hospital o con terapie domiciliari, in questo modo il paziente costa tre volte di meno. Fiorella sostiene che «c’è un risparmio notevole, soprattutto se lo si moltiplica per tutti questi anni. Nonostante ciò, non c’è un riconoscimento da parte delle istituzioni. Il volontariato può fare tanto ma va anche aiutato».