Così i reati del web attaccano i giovani. Ma spesso proprio loro sono anche i carnefici

Così i reati del web attaccano i giovani. Ma spesso proprio loro sono anche i carnefici

Sempre più connessi sì, ma estremamente più vulnerabili. Tanti giovanissimi navigano sul web, senza sapere che tra le schermate bianche è nascosta un’ombra nera pronta a colpire alla prima occasione. È lo spettro dei tanti reati che ogni giorno colpiscono i minori, spesso inconsapevoli dei pericoli che aumentano con l’avanzare incontrollato della tecnologia.

Cyberbullismo: una piaga storica che non accenna a diminuire

Secondo la Relazione annuale del 2024 del Parlamento sulle tossicodipendenze, nel 2023 il 45% della popolazione studentesca riferisce di essere stata vittima di cyberbullismo. Un dato grave rilevato anche dall’Osservatorio Indifesa in un’analisi condotta nel 2024 con One Day Group e ScuolaZoo, realtà che da anni si occupano di tematiche e servizi rivolti ai giovani. L’indagine, che ha coinvolto 4.000 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 26 anni, ha mostrato che il 19% di loro è stato vittima di cyberbullismo.  

“Gli effetti del cyberbullismo sono devastanti – ha dichiarato a #Noi Antimafia Ersilia Menesini, docente di psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Firenze e una delle massime esperte di cyberbullismo in Italia – alcuni di questi possono essere l’ansia, la depressione e nei casi più estremi si riscontrano atti di autolesionismo e suicidio. I danni che vengono arrecati sono senza dubbio permanenti, perché possono influenzare la personalità, l’equilibrio e la sicurezza della persona”.

L’intelligenza artificiale

Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale va di pari passo con i mille modi di usarla in maniera distorta. A farne le spese sono soprattutto i giovani. Come è stato segnalato nel XIII dossier dell’Osservatorio Indifesa, redatto da Terre des hommes, la manipolazione delle immagini tramite l’intelligenza artificiale è una piaga in continua crescita. Basta avere una semplice foto postata da una terza persona sui social e chiedere al sistema di trasformarla, magari con una connotazione pornografica. A mietere vittime è poi la rete, che ne garantisce la massima diffusione. Come riportato dallo stesso dossier Indifesa, su 275 mila siti internet che hanno subito l’intervento della polizia nel 2023, 9 su 10 contenevano foto o video autogenerati, e il 97% di queste riguardava contenuti pornografici. Un incremento del 14% rispetto al 2022. Il fenomeno è ancora più preoccupante se si pensa che molti di questi contenuti riguardano abusi sessuali su minori tra i 7 e i 10 anni. Sempre secondo i dati forniti dal dossier Indifesa, nel 2023 sono state chiuse ben 104mila pagine internet contenenti pedopornografia, con una crescita del 65% rispetto all’anno precedente. 

Adescamento online e sextortion

Adescare giovani inconsapevoli non è mai stato così facile. Basta creare un profilo social, iniziare una conversazione presentandosi con una falsa identità e il gioco è fatto. È proprio così che ogni giorno vengono estorte tante informazioni sulla vita privata, fino ad arrivare nei casi peggiori a degli incontri che terminano con stupri e rapimenti. Sono queste le dinamiche che hanno permesso la diffusione dell’estorsione sessuale (sextortion), cioè l’uso di foto intime inviate volontariamente dalla vittima, ma che poi vengono usate come arma di ricatto. Come riportato nell’ultimo dossier dalla polizia postale, sono stati 137 i casi di sextortion nel 2023, a fronte dei 130 del 2022. La fascia di età più colpita è quella 14-17, ma non mancano casi rilevanti che riguardano la fascia 10-13.

Non solo vittime: anatomia di un piccolo criminale

Non solo vittime, ma anche carnefici. I giovani infatti vestono anche i panni di coloro che commettono il cyber reato.  “A volte i carnefici possono essere ragazzi con problematiche personali, che trovano nella rete un contesto in cui esprimere una serie di disagi in modo negativo – ha spiegato a #Noi Antimafia la professoressa Menesini – in altri casi invece parliamo di ragazzi ordinari, che disinibiti dalla rete si rendono protagonisti di atti immorali che non compierebbero nella vita di tutti i giorni. Generalizzare non è mai corretto, ma bisogna capire che problemi di cyberbullismo, estorsione sessuale e altri tipi di reati online si diffondono anche perché i ragazzi hanno poca consapevolezza di cos’è la rete e di quali rischi comporta – ha concluso Menesini – Punire i criminali non è l’unica risposta, ma quella più efficace è puntare sulla prevenzione, sul recupero del ruolo educativo della scuola e della famiglia. Per questo è stata positiva l’approvazione della legge 71 del 2024 – provvedimento riguardante lo sport, il sostegno didattico agli alunni con disabilità e le disposizioni per l’avvio dell’anno scolastico 2024-2025, ndr -, che ha messo al centro il ruolo della scuola nel prevenire queste forme di criminalità”.