«Siamo rimasti increduli di fronte ai fatti». Lo ha detto a #Noi Antimafia Carmen Porcelli, ex consigliera comunale dal 2013 al 2018 e attivista di Aprilia, la città pontina che nel luglio 2024 è finita nell’occhio del ciclone per infiltrazioni mafiose. A poco più di un anno dalle elezioni – avvenute a maggio 2023 – la Direzione distrettuale antimafia di Roma con l’operazione “Assedio”, l’inchiesta condotta dalla Direzione investigativa antimafia e dal comando provinciale dei carabinieri di Latina, ha arrestato 25 persone, tra cui l’ormai ex sindaco di centrodestra Lanfranco Principi. Per lui l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Seguendo la sorte delle vicine Anzio e Nettuno, anche Aprilia ha assistito allo scioglimento della propria giunta, di cui ha preso le redini il commissario straordinario Paolo D’Attilio.
Aprilia, estate 2024: cosa è successo
Come fa sapere la Dia in una nota, l’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Roma costituisce l’esito di un’indagine che ha portato alla scoperta di “un’associazione mafiosa radicata nella città pontina finalizzata alla consumazione di estorsioni, usura, reati contro la pubblica amministrazione e traffico di sostanze stupefacenti”. Presunto capo e promotore dell’organizzazione, Patrizio Forniti, latitante con la compagna Monica Montenero e accusato dal gip – tra le varie contestazioni – di piegare attività commerciali alle necessità del clan e di intrattenere accordi elettorali con esponenti politici.
Nella lista degli indagati, che include 40 nomi, compaiono anche Luca De Luca, presunto braccio destro di Forniti, consegnatosi alle autorità dopo una breve latitanza, e Sergio Gangemi, la cui famiglia sembra costituire il nodo attorno al quale si intrecciano le relazioni con altre cosche locali, tra cui la banda della Magliana e le ‘ndrine del litorale romano.
Le istituzioni permeabili alla criminalità
Il terremoto giudiziario nella città pontina è stato provocato dall’inchiesta avviata dalla Dia nel 2018, condotta dall’ottobre dello stesso anno con il supporto del reparto territoriale carabinieri di Aprilia. Ad attirare l’attenzione degli inquirenti è stata la consigliatura che dal 2018 al 2023 ha governato la città: accanto a Lanfranco Principi, al tempo vicesindaco, compaiono nelle carte e nel registro degli indagati per turbata libertà degli incanti in riferimento alla gara per affidamento del servizi di trasporto pubblico locale, anche l’ex sindaco Antonio Terra, eletto nel 2018 con la lista civica omonima, e Luana Caporaso, in corsa nel 2023 per la carica di prima cittadina – anche lei con una lista civica – ed ex assessora ai lavori pubblici nella precedente amministrazione. Nella giunta sciolta a luglio 2024, entrambi erano consiglieri comunali dell’opposizione.
Esponenti politici e ditta Tesei: turbata una gara da due milioni di euro
Tra le accuse mosse nei confronti degli indagati a seguito dell’inchiesta “Assedio”, c’è quella di aver acquisito “in modo diretto e indiretto – si legge nella nota della Dia – la gestione e comunque il controllo di attività economiche, di appalti e servizi pubblici”. È il caso della vicenda legata alla ditta Tesei, verso la quale la procura di Latina ha firmato – alla fine di settembre 2024 – un’interdittiva antimafia. Gestore dal 2007 del trasporto locale, compreso quello scolastico, la ditta sembrerebbe aver turbato la gara per l’affidamento di quest’ultimo.
Nonostante un’altra azienda avesse ottenuto un punteggio superiore, il sindaco Terra, il vicesindaco Principi e l’assessora ai lavori pubblici Caporaso avrebbero indicato al rup, il dirigente dei lavori pubblici del Comune, Paolo Terribili – anche lui raggiunto dalla misura di custodia cautelare – di procedere all’aggiudicazione dell’appalto dal valore di due milioni di euro proprio in favore della Tesei.
«Ad Aprilia è allarme legalità»
Candidata sindaca nel 2013 con la lista “Primavera apriliana”, Carmen Porcelli è stata consigliera comunale fino al 2018, per poi ripresentarsi alle elezioni nel 2023 con “Cambiaprilia”. Attivista legata alle tematiche dell’ambiente, della legalità e della trasparenza, Porcelli ha un passato – e un presente – fatto di impegno civico. Alla luce della sua interpretazione attiva del ruolo di cittadina, oltre al suo trascorso politico, abbiamo chiesto alla ex consigliera un punto di vista sulla situazione in cui versa la città pontina.
«Quando ero consigliera – ha spiegato – Aprilia attraversava anni difficili: l’assessore alle finanze Antonio Pio Chiusolo fu vittima di due attentati e fu costretto a lasciare l’incarico, l’auto dell’allora dirigente dei lavori pubblici Corrado Costantino fu raggiunta da colpi d’arma da fuoco, e si proveniva da un periodo in cui il presidente e il dirigente della Multiservizi, l’azienda municipalizzata del comune, erano vittime di minacce, atti intimidatori e anche attentati dinamitardi».
Consapevole dell’«allarme legalità» ad Aprilia, Porcelli ha affermato che «di fronte alla permeabilità delle istituzioni alla criminalità organizzata, che sembrerebbe essere quasi totale, siamo rimasti increduli – lei stessa e le realtà associative di cui fa parte, come “Aprilia città degli alberi” e “Aprilia libera dalle mafie” – perché speravamo che potesse esserci un momento di rinascita rispetto agli anni passati, una reazione civile da parte della città, in primo luogo delle istituzioni». Rispetto alla sua esperienza di consigliatura, ha aggiunto: «che ci fosse il sentore di una permeabilità tra politica e malaffare lo dicono i fatti e la magistratura; in quel clima la mia azione di denuncia della malagestione della città non ha favorito la nascita di un movimento di risanamento della politica».
Questione Principi, ma la politica sembra inquinata in ogni angolo
Tra gli arresti più eclatanti dell’operazione “Assedio” c’è stato quello del sindaco Lanfranco Principi, poi dimissionario. Eletto al ballottaggio, in questa fase il futuro primo cittadino era stato appoggiato dalla stessa Porcelli, il che spinge a chiedersi se le attività criminali nella città pontina fossero così sottotraccia.
«La nostra scelta di appoggiare un candidato del centrodestra, soprattutto per me che provenivo dal centrosinistra, ci è costata una vergognosa e infamante campagna denigratoria sui social, io in particolare sono stata oggetto di forti pressioni. Se avessimo avuto anche un minimo dubbio sulla sua onorabilità non lo avremmo mai appoggiato», ha premesso l’ex consigliera apriliana, che ha acceso i riflettori su un fatto interessante: a quel ballottaggio non sarebbe stata possibile una scelta “pulita”. «Noi abbiamo sostenuto Principi – ha sottolineato – ma tra gli indagati c’è anche, oltre all’ex primo cittadino, la candidata sindaca Luana Caporaso (lista civica), in corsa al ballottaggio contro Principi. Insomma, se non fosse stato lui, avrebbe vinto comunque una figura presuntamente legata alla criminalità».
Ad onor del vero, va detto che le accuse nei confronti di Caporaso sono turbativa d’asta e non, come per l’ex sindaco, concorso esterno alla mafia. Fermo restando per entrambi il principio di presunzione di innocenza dato che il processo di primo grado deve ancora cominciare. «Se tutto ciò fosse vero – ha concluso Porcelli – avremmo davanti un quadro inquinato a livello sistemico».