La mafia in Europa c’è, e nonostante se ne parli poco i suoi effetti sono ben visibili. Secondo i dati riportati dalla Commissione Europea, ogni anno sono circa 75 milioni le vittime di attività criminali nell’Unione Europea, un numero che spaventa specialmente se si pensa all’inefficacia dei pochi provvedimenti presi dalle istituzioni comunitarie.
Gli strumenti a disposizione: l’Empact
Negli anni ha assunto un ruolo importante l’Empact, lo strumento chiave dell’UE per identificare, definire ed affrontare le principali minacce poste all’Unione dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità internazionale. È diventata permanente una prassi avviata dal 2010, che consisteva nel redigere un ciclo programmatico di durata quadriennale per ottimizzare il coordinamento e la cooperazione tra stati membri contro ogni forma di criminalità. Con l’Empact, quindi, il Consiglio dell’Ue stabilisce le priorità in termini di lotta, ma il documento rappresenta solamente un modello che non ha un vero e proprio ruolo operativo. Sono contenute le principali minacce legate alla criminalità in ogni sua forma, ma non le strategie concrete per affrontare il drammatico quadro che ogni quattro anni viene dipinto.
L’Europol
Un ruolo di primo piano è giocato dall’Europol, un’agenzia che supporta gli stati membri nella lotta e nella prevenzione della criminalità. Intervenendo nella coordinazione di attività che richiedono un approccio transnazionale, l’Europol spicca per le sue capacità tecniche che mette a disposizione degli stati membri. I servizi che offre sono diversi: in primo luogo produce delle analisi strategiche, ma soprattutto analisi di intelligence e di cyber-intelligence, utili a combattere i crimini informatici, sempre più frequenti. L’importanza della sicurezza digitale che l’Europol contribuisce in larga parte a costruire, è un supporto importante soprattutto per gli stati dell’Unione che non investono ancora abbastanza in tecnologia e intelligenza artificiale. Tra questi paesi c’è anche l’Italia, che nonostante abbia registrato nel 2023 un aumento di spesa del 16% rispetto al 2022, rimane il paese del G7 più debole per spesa nel settore, che ammonta allo 0,12% in rapporto al pil (contro lo 0,19% di Francia e Germania).
I numeri della criminalità in Europa
I numeri dimostrano che la criminalità organizzata in Europa agisce eccome, e sotto varie forme. Senza dubbio il business più redditizio e diffuso è quello della droga che riguarda il 38% di tutte le attività criminali in territorio europeo. Il traffico internazionale di sostanze stupefacenti favorito dai fenomeni della globalizzazione, ha reso la Germania e i Paesi Bassi degli stati chiave per la produzione e la lavorazione di sostanze utilizzate poi per la produzione di droga, come le anfetamine e i precursori chimici. Nella lunga lista delle attività criminali possiamo subito inserire la tratta degli esseri umani, che tra il 2018 e il 2022 ha visto 21.797 vittime in totale. Rilevante il problema del traffico di migranti, che genera un profitto che va dai 4,7 ai 6 miliardi di euro. Per raggiungere le coste d’Europa il 90% dei migranti paga gli scafisti, un vero e proprio business redditizio e soprattutto sicuro, visto lo scarso rischio di essere arrestati (per via di legislazioni ancora carenti e in assenza di cooperazione forte con i paesi di provenienza che rendono carente ogni tipo di intervento). Non sono trascurabili neanche altre forme di criminalità che corrompono l’Ue, come ad esempio le frodi fiscali, il traffico di armi e di veicoli, oltre a numerosi crimini ambientali.
Una Commissione antimafia in Ue
“Con la procuratrice europea e la direttrice dell’Europol abbiamo fatto delle audizioni – ha detto Sandro Ruotolo, noto giornalista antimafia e dal 2024 parlamentare europeo, in un’intervista rilasciata a #Noi – io ho proposto l’istituzione di una commissione antimafia europea, che in passato c’era, ma che serve anche ora. È chiaro che la mafia si stia evolvendo, e pensa solamente al profitto riciclando denaro, con strumenti nuovi come il dark web”. “A differenza di quanto accade in Italia, non c’è in Europa non c’è un dibattito sul favoreggiamento alle organizzazioni mafiose, al concorso in associazione mafiosa – ha continuato Ruotolo – nonostante le varie agenzie siano consapevoli del pericolo rappresentato dalla mafia, bisogna ancora lavorare bene”.